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    L’aspettativa di vita dei cani: evoluzione e prospettive

    Nella società moderna l’animale da compagnia per antonomasia è il cane, fedele compagno dell’essere umano. L’età canina è sempre stata comparata a quella umana, moltiplicando il numero di anni canini per 7. Da ciò sarebbe possibile evincere che un cane di un anno corrisponda ad un bambino di 7. Ebbene, secondo gli esperti, tale rapporto non rappresenta un approccio realistico all’aspettativa di vita dei cani. La discrepanza risiede nei meccanismi dell’invecchiamento canino, di cui non sono chiare tutte le dinamiche: non tutti i cani invecchiano allo stesso modo.

    Cani di grossa taglia, ad esempio, invecchiano ad un tasso circa 10 volte superiore a quello umano, mentre le razze più piccole possono raggiungere la ragguardevole età di 20 anni. In questo caso l’età dei piccoli scriccioli, convertita in quella umana, sarebbe solamente 5 volte la nostra. Per dipanare i dubbi sulle dinamiche dell’invecchiamento canino, è stato istituito il Dog Aging Project. Si tratta di un ambizioso progetto di studio che, analizzando migliaia di cani di differenti razze e taglie, tenta di chiarire la questione della longevità canina. L’obiettivo del progetto è quello di fornire a studiosi e veterinari di tutto il mondo, dati e strumenti utili per agevolare la ricerca ed affrontare in modo ottimale l’invecchiamento canino.

    Dog Aging Project

    Lo studio, pubblicato da un team di ricerca statunitense, esplica la natura dell’iniziativa e le implicazioni future sia sulla salute canina che quella umana. Le prossime ricerche in merito saranno tese ad analizzare il DNA di esemplari canini straordinari, denominati cani “supercentenari”. Joshua Akey, professore presso Princeton e membro del progetto, in merito alle ricerche genetiche effettuate dal gruppo di ricerca, ha dichiarato “Stiamo sequenziando i genomi di 10.000 cani. Questo sarà uno dei più grandi set di dati genetici mai prodotti per i cani e sarà una potente risorsa non solo per comprendere il ruolo della genetica nell’invecchiamento, ma anche per rispondere a domande più fondamentali sulla storia evolutiva dei cani”.

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    Il Dog Aging Project annovera 32.000 cani di tutte le età, formando un numerosissimo gruppo noto come “DAP pack”. Grazie ai dati e agli studi convogliati nel progetto, i ricercatori auspicano di riuscire ad identificare i meccanismi biochimici coinvolti nell’invecchiamento canino, per poter, in futuro, sfruttare tali scoperte per migliorare lo stile di vita dei nostri amici a 4 zampe. Dato che i cani condividono l’ambiente umano e hanno sofisticati meccanismi biologici, ma una vita molto più breve rispetto alle persone, offrono un’opportunità unica per identificare i fattori genetici, ambientali e di stile di vita fondamentali per allungare l’esistenza degli animali da compagnia.

    Cibo sano, aspettativa di vita più alta

    A proposito di alimentazione e stile di vita, è fondamentale dire che la qualità e il progresso nel campo dell’alimentazione hanno portato a un allungamento della prospettiva di sopravvivenza dei nostri amici a 4 zampe. L’alimentazione industriale è frutto del lavoro di nutrizionisti che passano la vita a formulare cibi completi, cioè che non necessitano di aggiunte, e che un animale alimentato con quello e solo con quello non abbia la minima carenza alimentare. Ed è anche grazie a questi prodotti che abbiamo visto quasi quadruplicarsi – negli ultimi decenni – l’aspettativa di vita degli animali. Un cane allo stato brado vive in media 4 anni, un cane di casa arriva tranquillamente a 13.

    Quindi è meglio evitare di dare avanzi della nostra tavola, ossia piatti super conditi e impossibili da digerire. Questa degli avanzi, è un’abitudine che rischia di creare danni incredibili ai cani. Se adesso gli animali da compagnia sforano – in alcuni casi – i 20 anni, contro i 3-5 in natura, è anche merito di una alimentazione corretta. È praticamente impossibile ed estremamente faticoso fare una dieta bilanciata in casa per il proprio animale. Nel caso in cui fosse necessaria, a causa di dermatiti o altre patologie legate all’alimentazione, il consiglio migliore è quello di farsela formulare da un veterinario nutrizionista professionista.

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    Aspettativa di vita più alta, terza età più estesa

    I segni del tempo non sono ben visibili soltanto sulla pelle di noi umani: anche i cani hanno le loro “rughe”, manifeste e non. Infatti è importante ricordare che anche quando non sono così evidenti i segni dell’età possono riguardare gli organi interni e il loro funzionamento, che va a deteriorarsi con gli anni. È normale che un cuore giovane e sano – ad esempio – ha meno possibilità di sviluppare malattie cardiache nel cane, sebbene vi siano alcune patologie che incorrono anche in età considerate meno a rischio. Ma quando il cane diventa anziano? Secondo l’American Animal Hospital Association, l’esistenza del cane può essere suddivisa in 5 fasi (cucciolo, adulto giovane, adulto maturo, anziano, fine vita), ognuna delle quali richiede un diverso approccio di gestione. Il cane si gestisce da anziano quando entra nell’ultimo 25% dell’intera durata della sua vita prevista. In generale, la maggior parte dei cani e dei gatti entra nella mezza età intorno ai 7-8 anni, ma i cani di taglia grande vi entrano 1-2 anni prima.

    Quello del pet anziano è il segmento in più rapida crescita nella popolazione degli animali da compagnia. Eppure, solo il 14% circa dei “senior” viene sottoposto a regolari controlli veterinari. L’assistenza, la qualità della vita e la gestione del dolore, invece, sono estremamente importanti nell’età avanzata. La vecchiaia quindi è una malattia? Considerata tal quale, assolutamente no. Andando però a determinare un calo delle capacità adattative, l’invecchiamento espone all’insorgenza di diverse patologie, che possono subentrare più facilmente in età avanzata e vanno monitorate. Dalle modifiche del peso all’osteoartrite, che non compare solo in vecchiaia ma che in vecchiaia è più frequente. Un cane anziano non è un cane malato, ma è anche vero che l’età avanzata si associa spesso a diverse malattie, che possono portare anche a una riduzione del movimento. Un esempio è quello dell’osteoartrite che, pur insorgendo a ogni età, ha una maggior prevalenza nel pet anziano. Un cane anziano artrosico, muovendosi di meno, consumerà meno energie, tendendo a ingrassare più facilmente. Una bella silhouette, che tecnicamente corrisponde a un buon indice della condizione corporea, contribuisce invece a un invecchiamento sano.

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    Top Quality Vet nasce per migliorare lo stile di vita del cane anziano

    TQV propone una gamma di dispositivi all’avanguardia dedicati alla cura e al benessere dell’animale. Le apparecchiature, realizzate in linea con le più aggiornate conoscenze tecnico-scientifiche, consentono di realizzare terapie efficaci e totalmente sicure. Il punto di forza è rappresentato dall’azione su numerose patologie che affliggono l’animale di piccola, media e grande taglia, migliorandone velocemente la qualità della vita. Gli animali oggi entrano a tutti gli effetti a far parte delle famiglie, diventando centro di attenzioni, affetto e cure grazie allo splendido legame che permettono di instaurare.

    Per i proprietari, accudire i propri “amici” nel migliore dei modi è un impegno fondamentale, cercando di salvaguardarne la salute affidandosi a figure professionali dedicate. La mission di Top Quality Vet è quindi quella mettere al centro dell’attenzione le problematiche che possono coinvolgere gli animali, offrendo dei percorsi terapeutici altamente efficaci. Top Quality Vet vuole supportare il Veterinario mettendogli a disposizione una serie di soluzioni innovative e multidisciplinari, che permettono di realizzare terapie specialistiche volte a raggiungere un unico obiettivo: la salute e il benessere dell’animale, anche in età avanzata.

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